'Datagate': il governo americano spia gli internauti del mondo. Profezia dei Simpson avverata! da il navigatore curioso
All'inizio del mese di giugno scoppia il caso 'datagate': la 'Verizon Business Network Services', uno dei principali provider di servizi di telecomunicazione negli Stati Uniti, ha ricevuto ordine di fornire ai servizi d'intelligence statunitensi, la Nsa, tutti i dati su tutte le telefonate che gestisce.
E un alto funzionario della Casa bianca conferma, spiegando che l’amministrazione Obama difende questa pratica, definita “uno strumento fondamentale per proteggere la nazione dalle minacce terroristiche nei confronti degli Stati Uniti”.
A darne notizia è il quotidiano britannico The Guardian, il quale ha ottenuto una copia dell’ordine emesso in data 25 aprile da un tribunale riservato, la Foreign Intelligence Surveillance Court (Fisa), che impone a Verizon di fornire le informazioni alla National Security Agency (Nsa). Il Fisa ha concesso il via libera all’Fbi il 25 aprile dando al governo la possibilità di ottenere i dati per tre mesi, fino al 19 luglio.
Il documento, sottolinea il giornale britannico, mostra per la prima volta che sotto l’amministrazione Obama le registrazioni delle comunicazioni di milioni di cittadini americani vengono raccolte indiscriminatamente e in massa, a prescindere dal fatto che gli utenti siano sospettati o meno di un illecito.
Ma il caso della Verizon è solo l'inizio:
l'amministrazione Obama "spia" non solo i cellulari ma anche la rete. Infatti, il Washington Post rivela che attraverso il programma Prism il governo avrebbe accesso anche ai server dei giganti della web, colossi come Facebook, Google, Apple, solo per citarne alcuni.
Il programma segreto dal nome in codice Prism, scrive il Washington Post, somiglia molto "a quello controverso voluto dal presidente George W. Bush dopo gli attacchi dell'11 settembre". Creato nel 2007, consentirebbe di controllare direttamente anche nei server di società internet americane, estraendo video, audio e foto che permettono di 'seguire' i movimenti delle persone e i loro contatti.
Fra le società a cui la Nsa e l'Fbi hanno accesso ci sono Microsoft, Yahoo!, Google, Facebook, PalTalk, Aol, Skype, Youtube e Apple. Le aziende, per aprire i loro server alle autorità e acquistare l'immunità da azioni legali, devono ottenere una direttiva dal procuratore generale e dal direttore nazionale dell'intelligence.
In pratica, afferma il Washington Post, hanno spazio di manovra, come dimostra il fatto che Apple abbia resistito per anni prima di entrarvi a fare parte.
Facebook, Google, Yahoo ed Apple non ci stanno a finire nella bufera del “datagate” negli Stati Uniti. Per questo motivo i giganti tecnologici americani si sono affrettati l’8 giugno a diramare una serie di comunicati in cui negano che il governo americano sia mai entrato nei loro server.
E’ il New York Times a svelare il contrario: malgrado le smentite ufficiali, i big della Silicon Valley di fatto aderirono al ‘Prism‘, il controverso programma portato avanti dalla Cia e dalla Nsa. L’unica a rifiutare la sigla dell’accordo, e forse realmente non coinvolta nel datagate, sarebbe stata Twitter.
Facebook ha ricevuto tra 9.000 e 10.000 richieste di dati di utilizzatori da varie entità governative statunitensi nella seconda metà del 2012, riguardanti gli account di un numero tra 18.000 e 19.000 dei propri utenti.
Il più grande social network mondiale ha postato il dato in un blog. L'azienda ha aggiunto di aver diffuso l'informazione dopo il raggiungimento di un accordo sulla divulgazione con le autorità nazionali statunitensi della sicurezza.
Allo stesso modo di Facebook, varie altre aziende di Internet hanno stretto un accordo col governo federale per diffondere notizie sul numero di richieste di controllo ricevute, secondo quanto rivelato da due fonti vicine alla vicenda.
L'accordo sottolinea la pressione imposta al governo e alle aziende della Rete dopo le notizie filtrate la scorsa settimana, nell'ambito del Datagate, sul programma di controllo degli stranieri da parte della National Security Agency. Anche Microsoft ammette di aver passato dati riferiti collegati a oltre 31.000 utenti al governo Usa, in risposta a 6.000-7.000 richieste dalle varie agenzie.
The Guardian rivela che quasi tre miliardi di informazioni da computer sono state raccolte negli Stati Uniti solo nel marzo 2013.
In contraddizione cioè con le garanzie fornite dal numero uno dell’intelligence Usa, James Clapper, tornato ad attaccare di nuovo la stampa che ha fatto ‘‘rivelazioni irresponsabili”, perché il programma mira a ”garantire la sicurezza degli americani”.
Nella hit parade dei paesi più sorvegliati spiccano Iran (14 miliardi), Pakistan (13,5 miliardi) e a sorpresa Giordania (12,7), oltre a Egitto (7,6) e India (6,3). E c’è anche la Germania nel sistema Boundless Informant, Informatore Illimitato.
Anche Google, con un comunicato molto simile postato su internet, ha smentito qualsiasi coinvolgimento nel programma di controllo. I dirigenti del gigante di Mountain View hanno fatto sapere che ”qualsiasi affermazione secondo la quale Google rivela informazioni sui propri utenti su così larga scala è completamente falsa”: ”Forniamo i dati degli utenti solo se le richieste sono conformi alla legge.
Quando un governo ci chiede tali informazioni, il nostro team legale esamina attentamente ogni domanda, e spesso le respinge se non seguono le corrette procedure o sono troppo ampie”, spiegano i vertici di Google.
Stessa tesi è sostenuta anche da altre aziende come Microsoft, Aol, Yahoo e Apple. Il timore di tutti, ovviamente, è che la gente cominci a diffidare di tutte le piattaforme, scatenando una vera e propria ‘fuga’ dalla rete per sottrarsi all’onnipresente vigilanza del Grande Fratello. Intanto, si è scatenata una vera e propria bufera su Barack Obama.
E il New York Times lo attacca duramente: "L'amministrazione ha perso credibilità", afferma il quotidiano tradizionalmente vicino al presidente. Le telefonate spiate sono un "abuso di potere di potere che richiede vere spiegazioni", si legge nell'articolo. Sinora il governo ha risposto "con le stesse banalità che ha usato ogni volta che il presidente Obama è stato sorpreso a eccedere nell'uso dei suoi poteri".
La profezia dei Simpson
I Simpson parlarono del “datagate” nel film del 2007: durante “The Simpson, Il Film”, Lisa, in fuga con la madre Marge e il fratello Bart, dice a tutti di tenere la voce bassa perché qualcuno potrebbe ascoltare le loro conversazioni. ”Non e’ che il governo ascolta tutte le conversazioni”, replica Marge.
Quindi la scena si sposta su un’enorme sala della National Security Agency (Nsa), dove gli agenti trascrivono centinaia di messaggi. ”Hey ragazzi, il governo ha finalmente trovato qualcosa”, urla ad un certo punto uno dei dipendenti, riferendosi a Lisa, Marge e Bart, che poi vengono arrestati.
E ora c’è già chi si attende un boom delle vendite della pellicola, proprio come èaccaduto per il romanzo di George Orwell '1984', il quale descrive una societa’ totalitaria in cui ciascun cittadino è tenuto costantemente sotto controllo, e che dopo lo scandalo del programma di controllo dell’Nsa hanno fatto registrare un piu’ 7.000%.