La Femmina-Europa
di Ida Magli
ItalianiLiberi | 31.12.2012
L’Europa sta correndo il rischio più grave: l’assolutizzazione del proprio Potere da parte delle Istituzioni di governo, le uniche che sfuggono all’omogeneizzazione europea e mondiale in quanto debbono controllarla e regolarla. Non per niente assistiamo in questi giorni alla corsa che tutti fanno verso i posti politici: sono gli unici “maschili”. Si può dire che l’Europa ha assunto la posizione di “femmina” agli occhi del mondo: “accoglie” tutti nel suo morbido ventre; ha bandito le guerre e i corpi militari; tende ad ampliare il suo territorio con un movimento uterino di “inclusione” dentro di sé di altri popoli e di altre nazioni (il linguaggio ne è la spia migliore: “si entra” o “si esce” dall’Europa), praticamente rinunciando a determinare quali siano i suoi confini e comunque a difenderli. E’ l’Amante-Madre ideale, quella che nella realtà non esiste se non nella fantasia possessiva degli omosessuali, ma che i governanti stanno cercando ossessivamente di modellare. Una specie di contrappasso all’Europa che ha “dato i natali” a Hitler, alla Madre cattiva che ha generato il nazismo.
Il mondo, però, è rimasto “maschio” ed è affascinato dalla assoluta novità di un’Europa prostituta che “si offre”, oscenamente compiaciuta del proprio essere femmina; stordito ma sedotto dalla sua volontà di essere presa, posseduta, dominata, sotto-messa; ipnotizzato dai segnali con i quali promette vortici di libidine masochistica mai sperimentati e goduti finora. Finalmente c’è adesso sulla scena una ricca, nobile femmina che anela a diventare la donna di tutti, che regala tutto ciò che possiede per poter essere “penetrata” fino all’annientamento, in un piacere estenuato al limite della morte, un piacere che nessun Sade avrebbe mai saputo immaginare.
I governanti d’Europa operano chiaramente ormai fuori dalla realtà. Hanno voluto e plasmato quest’Europa femmina e non sanno più cosa farne salvo che “mangiarsela” in bocconi piccoli o grossi nell’abbandono alla bulimia che accompagna sempre l’estremo limite della perversione sessuale. A che cosa somigliano se non a quei topi impazziti di Laborit, chiusi in uno spazio troppo piccolo, che cercano disperatamente un’uscita accoppiandosi e divorandosi indistintamente l’uno con l’altro fino alla morte?
Ida Magli
31 Dicembre 2012
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