Ancora microchip sotto pelle: questa volta per “cancellare” il dolore - da Il Navigatore Curioso 11.4.2013
Chi legge le pagine del nostro blog sa bene che Il Navigatore Curioso in più occasioni ha denunciato la possibilità, non più tanto remota a quanto pare, che i governi nazionali presto decidano di impiantare nella popolazione un microchip del tipo Rfid, cioè capace di trasmettere dati attraverso le onde radio.
Nei diversi articoli dedicati al tema (che potete lettere cliccando sul tag microchip), abbiamo fatto notare tutti gli “argomenti” sensibili utilizzati per convincerci della bontà di un tale impianto.
Dapprima hanno carezzato il tema della sicurezza dei nostri figli, facendoci credere che con un microchip installato sull'uniforme degli studenti e domani sotto pelle, sia più facile combattere la dispersione scolastica e il rischio di rapimenti!
Poi hanno utilizzato il tema della praticità economica del microchip: grazie ad esso, potremo pagare e ricevere pagamenti semplicemente con il movimento del polso. In questo senso, potete leggere la sperimentazione che sta avvenendo a partire dalla primavera 2013 nei parchi della Disney.
Ancora, sapendo che le persone considerano gli smartphone come un oggetto “cult”, qualcuno ha prospettato che un domani molto prossimo, i telefoni cellulari saranno talmente piccoli da poter essere impiantati direttamente nel corpo umano.
Ma il tema più sensibile è quello della salute: numerose ricerche stanno muovendosi per trovare a tutti i costi la giusta patologia per convincere le persone a farsi impiantare il chip Rfid! Ci provano ancora, questa volta con la promessa che il miracolo microchip ci libererà per sempre dal dolore “cronico”
Il dolore cronico è un problema molto diffuso e sottovalutato (ne soffre una persona su 5 e una su 11 quotidianamente): solo il 2 per cento di chi ne è afflitto si rivolge al medico per risolverlo. Pochi sanno infatti che esistono tecniche molto avanzate per migliorare la situazione e veri e propri centri specializzati che hanno come obiettivo la terapia e la cura del dolore.
Una di questa, manco a dirlo, è la neurostimolazione che, secondo il parere Giovanni Frigerio, medico anestesista di uno dei centri più avanzati del settore in Europa, il Barolat Neuromodulation Institute di Como, sarebbe anche la più valida.
“Si definisce dolore cronico benigno un dolore che dura da almeno sei mesi le cui cause spesso non sono ben note o, anche se lo sono, non sono curabili: non è pertanto più un sintomo, ma diventa una vera malattia”, ha detto Frigerio.
Colpisce persone di tutte le età, anche giovani, che devono convivere - ha proseguito - con questo problema per tutta la vita, anche se spesso il dolore è tale da essere invalidante e da interferire con le normali attività. Si stima che in Europa ogni anno si perdano 500 milioni di giorni lavorativi per questo motivo, con una perdita di ricchezza pari a circa 34 miliardi di euro”.
Il problema, allora, non è la qualità della vita delle persone, ma il danno economico: ormai, nella cultura pan-economica nella quale viviamo, anche i medici di occupano più della salute dell'economia che di quella delle persone. Come abbattere questa gravissima perdita economica che rischia di impoverire i nostri amati capitalisti alle prese con la salute cagionevole dei loro dipendenti?
“Purtroppo è ancora diffusa la convinzione che il dolore debba essere curato solo se oncologico, mentre negli altri casi bisogna sopportare”, continua Frigerio.
“Non crediamo che chi soffra debba continuare a farlo: esistono oggi diverse soluzioni per la cura del dolore. Una delle più efficaci, e senza effetti collaterali, risulta essere l’elettrostimolazione sottocutanea, una stimolazione elettrica del sistema nervoso che sostituisce il dolore con un altro impulso, che funziona nel 75/80 per cento dei casi”.
Perchè devi soffrire, soprattutto se il tuo disaggio arreca un danno economico alle aziende? Per il bene dell'economia globale, e non per il tuo, ti neurostimoliamo! Ma in cosa consiste la neurostimolazione?
“Si innesta un elettrodo sottocute, nella zona all’origine del dolore, in modo che trasmetta degli impulsi elettrici che impediscono di sentire il male”, ha spiegato il medico. “Si tratta di una tecnica poco invasiva, soprattutto in confronto alle altre soluzioni disponibili come quelle midollari o corticali, e praticamente priva di effetti collaterali: non ci sono limiti d’età o controindicazioni.
Sono necessarie due sedute: una di prova e l’altra per l’impianto definitivo, che avviene in sedazione in day hospital. Seguono controlli periodici una o due volte l’anno”.
Niente paura, non ci sono limiti di età o controindicazioni. Grazie ad un piccolo intervento, l'impianto può diventare definitivo. Italiani in prima linea, infatti il precursore di questa tecnica è il torinese Giancarlo Barolat, considerato uno dei maggiori esperti al mondo in fatto di dolore.
Oggi Barolat lavora negli Stati Uniti, dove ha fondato 35 anni fa il Barolat Institute di Denver, mentre in Europa ha aperto nel 2011 il Barolat Neuromodulation Institute Europe ad Appiano Gentile (Como), all’interno del centro di cura Le Betulle. Qui lavora un team di medici anestesisti che hanno studiato da Barolat e che con lui collaborano, tra cui il responsabile europeo, Giovanni Frigerio.