giovedì 23 maggio 2013

Il grave problema dei disabili mentali deve essere risolto

Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri On. Enrico Letta.

Sono passati 35 anni dal 13 maggio 1978 da quando con la legge 180 ( art. 7° comma 6°) furono chiusi i “manicomi” e con la legge 833 si proseguì a tutelare “la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” e “la tutela della salute sia fisica e psichica che deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana”( art.1° – comma 1° e 2° ).

In un clima fortemente politicizzato ed ideologizzato di lotta anti-istituzionale venivano tolte le cancellate dai Reparti Psichiatrici, aperti i cancelli esterni e la fiumana di persone con sofferenza psichica si è sparsa nei centri abitati, con le conseguenze che si riscontrano quasi ogni giorno (anno domini 2013) con diverse metodologie ed episodi di lucide follie  molto preoccupanti, inverosimili, allarmanti, che creano costernazione fra la gente!

Proviamo ad esaminare l’aspetto sociale della malattia mentale ed i rimedi che “suggeriamo” a margine della n/s Petizione inviata con A.R. n.14482081866/3 del 18 marzo 2013 al Signor Presidente del Senato della Repubblica e A.R.14482081867/4 al Signor Presidente della Camera dei Deputati

1.) Il cittadino si domanda : é migliorata la situazione dei malati psichici dopo l’entrata in vigore della “legge Basaglia” che ha “chiuso” i manicomi e quali benefici ha apportato nelle famiglie italiane?
La rivoluzionaria idea del Basaglia di chiudere i “manicomi” condensata nella legge 180, è stata una grande conquista, ma ahimè! non ha previsto strutture alternative. Una legge che va migliorata, anzi modernizzata. In poche parole ha introdotto il principio di volontarietà della cura, che non ritengo logico e lasciata alle Regioni la responsabilità di organizzarne l’applicazione.
“Mantenere costante l’attenzione sui problemi del disagio mentale”, queste sono state le finalità e la Conclusioni individuate dalla XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati su “Indagine conoscitiva sulla chiusura degli ospedali psichiatrici” del 16 luglio 1997, al fine di assicurare uno strumento agile di controllo politico e parlamentare.
La Commissione riteneva opportuno procedere alla istituzione di un Comitato Permanente che possa continuare l’azione iniziata con l’Indagine Conoscitiva mantenendo costante attenzione sui problemi connessi col disagio mentale (da Atti Parlamentari 12° Commissione Affari Sociali 13° Legislatura).
Sono passati 15 anni da quel 7 ottobre 1998 da quando la n/s Associazione ha presentato una Petizione per la riforma dell’assistenza psichiatrica, con le Opere don Guanella e don Orione, specialmente per sopperire alle esigenze delle famiglie in cui insistono sofferenti il disagio psichico.
Per la quinta volta l’abbiamo ripresentata il 18 marzo 2013 ed attendiamo l’assegnazione alle competenti Commissioni Parlamentari.

2.) Il cittadino si chiedeforse la politica, non vuol “vedere”, “ascoltare”, “sentire”?


In questi 35 anni, sono state “scaraventate” centinaia di migliaia di famiglie nella disperazione e nell’angoscia a vivere giorno e notte direttamente il rischio ed il dramma conseguente con la presenza in esse di un malato di mente, “subendo” sulla propria pelle le conseguenze, come tutt’ora avviene con i folli episodi quasi giornalieri subiti, anche, dall’uomo della strada ( non ultimo quello avvenuto il 28 aprile 2013 davanti a Palazzo Chigi dove sono stati feriti due carabinieri ) nonché dalle famiglie ”costringendo”quest’ultime, in alternativa, ad accollarsi onerosi costi di ricovero in strutture private in un rimedio peggiore del male.
Ma la famiglia italiana e la pubblica opinione è turbata, indignata, preoccupata! e non può che esprimere la sua protesta, il suo dissenso, il suo rammarico per come non vengono affrontati problemi di enorme rilevanza come il disagio psichico che a volte, purtroppo, altera l’equilibrio della famiglia stessa, né alzano bandiere in continui cortei od in pseudo “ proverbiali digiuni”!

3.) Il cittadino si domanda : cosa deve fare il Governo ed il Parlamento?
A meno di interpretare l’attuale assenza di una legge-quadro, da noi da tempo auspicata, come una normale carenza degli Organi legislativi, questo atteggiamento non deve impedire che si possa discutere di eventuali miglioramenti o adeguamenti che vogliamo umilmente“suggerire”.
Il grave problema dei disabili di mente deve essere risolto, dopo, ripeto, ben 35 anni dalla emanazione delle leggi 180 e 833 che hanno “chiuso” i manicomi senza peraltro predisporre strutture atte alla prevenzione, cura ed eventuale inserimento sociale dei “malati”, con una legislazione adeguata ed efficace, chiara e categorica, libera da forme di burocratismo che ne svilisce l’applicazione e diluisce la responsabilità sia degli Enti Locali che dei soggetti. Deve inoltre, il Governo ed il Parlamento, provvedere al ruolo integrativo a livello economico qualora l’Ente Locale risultasse inadempiente per carenza di fondi.

4.) cittadino si domanda: Come affrontare il “bubbone” malattia mentale?
 A mio sommesso avviso con una legge-quadro nazionale per incarnare quei principi innovativi delle Conclusioni di quella “Indagine Conoscitiva” del 16 luglio 1997. Umilmente ci permettiamo di “suggerire in 19 punti”.
E’ necessaria una legge-quadro nazionale per :
a.)    tutelare la dignità e la salute dei sofferenti psichici;
b.)    adottare servizi specifici in strutture adeguate;
c.)    garantire la sicurezza di tutti i cittadini.

1.)    Ancora una volta desidero “indirizzare” le Istituzioni per tenere conto in maniera precipua due necessità:
a.)    l’autorizzazione al TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) anche in assenza del consenso del paziente, almeno in determinate condizioni;
b.)   la realizzazione di Strutture Territoriali di Riabilitazione di lunga durata per i casi più difficili da riabilitare, onde evitare che sulle famiglie gravi un carico insostenibile di disagio, costi, pericoli e sacrifici.
Queste due modifiche-necessità, sono da adottare, ripeto, con le dovute garanzie di rispetto del paziente e dei suoi familiari ( come sosteniamo, fra altre necessità, nelle n/s Petizioni.)
Purtroppo non hanno trovato attenzione in Parlamento il Testo Concordato Burani-Procaccini,“sparito misteriosamente dall’aprile 2005 dall’Agenda Parlamentare, dove era “abbinata” al Testo Unificato la n/s Petizione n.23.  Dopodiché il nulla ha sprofondato nel dimenticatoio questo ambito socio-sanitario!

2.) Per i Servizi di Riabilitazione la competenza deve passare alle Regioni, onde consentire una più rapida rilevazione dei comportamenti anormali di pazienti noti o di persone ignote. Purtroppo la psichiatria continua ad essere “dimenticata”, malgrado l’evidenza di un’area di disagio estremamente critica ed in continuo aumento.

3.) La “problematica” non è solo sanitaria, in quanto l’aspetto sociale non è secondario; mancano sostegni economici alle famiglie che si prendono in carico l’assistenza dei pazienti, il famoso “Dopodinoi”, cioè un Fondo economico nel quale confluire quelle parti di patrimonio ecc. che in eredità andrebbero ai “malati” il giorno che resteranno soli, ma consigliabile gestito da un Ente Pubblico che ne consente la continuità negli anni avvenire.

4.) Adeguamento degli assegni di assistenza per chi ne ha diritto,( comunque mediamente per l’anno 2013 ) di 275,87 euro mensili, consentono solo di sopravvivere e costituiscono una autentica vergogna per un Paese che dice di essere civile. Queste tematiche competono ai vari Ministeri.

5.) La prevenzione dei disturbi di comportamento  e di psicopatie in età evolutiva in Italia non è stata mai affrontata pur sapendo ed a conoscenza del mondo medico che questa preventiva azione può consentire le psicosi ed in particolare la schizofrenia in modo migliore e più efficace. E’ “raccomandata vivamente” dalla Risoluzione del Parlamento Europeo n. 2006/2058 (INI).

6.) Un servizio di pronto intervento a domicilio.

7.) La possibile attivazione della ricerca scientifico-farmacologica sulle malattie mentali.

8.) Il riconoscimento della deducibilità dal reddito complessivo agli effetti IRPEF delle spese socio-alberghiere per “ricoverati” in strutture private o religiose per i dimessi dagli ex-ospedali psichiatrici.

9.) La chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e di quelli Privati o Convenzionati. Una vergognosa situazione  in difformità delle leggi 180 e 833 ed in antitesi con la Costituzione Italiana ed Europea.!

10.) Nuove terapie in psichiatria evitando il ricorso all’elettroshock, ai psicofarmaci ecc.

11.) Aumento dei posti letto nelle strutture ospedaliere da 15 a 30, anche per i minori.

12.) Riqualificazione degli Operatori Sanitari.

13.) Come sono stati utilizzati i proventi dalle alienazioni di ex-aree degli Ospedali Psichiatrici.

14.) L’uso di parte del gettito dell’8/000 dell’IRPEF a sostegno di progetti di strutture. Inoltre oltre i normali finanziamenti previsti dal Servizio Sanitario Nazionale, l’utilizzazione di una parte dei proventi derivanti dalla gara per le licenze UMTS (Universal Mobile Telecomunication System) il telefonino di 3° 4° ecc. generazione.

15.) La promozione di una Indagine Parlamentare :
a.)  sulla situazione in atto dell’assistenza psichiatrica;
b.) sull’uso ventilato dell’applicazione del braccialetto elettronico sui detenuti” in OPG e sull’uso illegale dell’elettroshock
c.) conoscere quale “collocazione” è stata disposta per le pensioni non riscosse, depositi bancari, postali od altro, degli ex-ricoverati negli ex-Ospedali Psichiatrici, giacenti nelle banche od uffici postali.

16) Dotare le strutture di ricovero di spazi verdi esterni.

17.) L’emissione di un Testo Unico per raccogliere le diverse normative sull’handicap oggi troppo frammentate.

18.) Richiesta della Relazione Trimestrale del Ministro della Salute sulle iniziative adottate a livello nazionale e regionale. L’ultima
Relazione del Ministro della Salute risale al 21 gennaio 2005(per quello che conosco !).

19.) L’indizione di una “Giornata Nazionale di Informazione”  sul tema della malattia mentale come ipotizza la “Commissione Europea - Direzione Sicurezza Sociale Integrazione delle Persone con Disabilità, Ufficio di Bruxelles in risposta a n/ richiesta prot. n. 15406 del 14 novembre 2000.

4.) Il cittadino si domanda : Ma perché non si effettua una  nuova Indagine Parlamentare ? ( come da me richiesta al Punto 18 della mia Petizione).
Forse perché i risultati sono sempre negativi.

Nella XIV Legislatura il Documento Conclusivo sull’Indagine Parlamentare autorizzata dal Presidente del Senato della Repubblica in data 28 novembre 2005 “sullo stato dell’assistenza psichiatrica in Italia e sull’attuazione dei Progetti-Obiettivo per la tutela della salute mentale”, inizia con questa letterale affermazione; “La definizione di salute mentale è ancora lontana dall’essere universalmente condivisa; ciononostante, non si può negare che la logica basagliana - per cui la malattia mentale rappresenta una condizione sociale da accettare e non vera e propria patologia da curare – si è rilevata essenzialmente fallimentare e quindi intrinsecamente debole”. (Resoconto Sommario Senato della Repubblica n.312 del 1 febbraio 2006).

5.) Il cittadino si domanda: Come proseguire nell’applicazione di quella legge-quadro?
A n/s parere l’Ente Pubblico che dovrebbe porre in essere la legge-quadro nazionale sopra auspicata sul riordino dell’assistenza psichiatrica è la Regione nei modi che suggeriamo :
1.) ogni Regione dovrebbe censire i “soggetti” interessati all’assistenza, per poi offrire strutture idonee sia per accogliere i malati e sia per la terapia:
2.) secondo il principio di sussidiarietà dovrebbero essere coinvolti gli Enti Locali Territoriali presenti nelle singole Regioni, cioè la Provincia ed il Comune che non dovrebbero mai essere assenti, come attesta  al punto 40) la Risoluzione n.2006/2058 INI del Parlamento Europeo;
3.) si è indicata la Regione solo per motivi di funzionamento, in quanto né le Provincie né i Comuni sono in grado di svolgere un compito così delicato;
4.) il coinvolgimento della Regione, si formalizza a livello economico, sociale, assistenziale e decisionale;
5.) al primo posto vanno indicate le cure terapeutiche, affidate a specialisti di comprovata esperienza, coadiuvati da personale ausiliario;
6.) la Regione deve programmare la creazione di strutture di accoglienza degne della persona-malata nel rispetto della sua dignità. Quindi nessuna delega a strutture alternative per la funzione di cura ed assistenza. L’eventuale delega per necessità a strutture private deve sottostare al controllo degli organismi di tutela.

6.) Il cittadino si domanda : Quale altro organismo è necessario?
Nel difficile processo di riorganizzazione un ruolo rilevante e molto importante potrebbe svolgere la famiglia, la quale dovrebbe impegnarsi a fornire al “congiunto bisognoso” tutti quei mezzi che giovano alla sua salute,e nello sforzo di aiutare gli handicappati psichici non può essere assente la comunità ecclesiale, sia a livello diocesano che parrocchiale.
La n/s Associazione ha sempre cercato di considerare il problema di primaria importanza nonostante si siano spente le luci e sia calato il sipario su quello che è e deve essere ritenuto un vero dramma in un clima di vera emergenza per la comunità tutta di fronte alla quale sono auspicabili delle opportune modifiche legislative. Fin qui gli umili “suggerimenti” al Governo ed al Parlamento.

7.) Il cittadino si domanda!: è possibile una riforma della legge sulla malattia mentale oggi che si “predica” che è iniziata la stagione delle riforme?
La politica “annuncia” riforme, ma non vedo alcun intenzione né dal Governo, né da nessuna parte politica andare verso una riforma, anche se è in gioco la sicurezza dei cittadini, per le violenze, dettate da menti psichicamente instabili, nei confronti dei quali a volte si scatena  una violenza inaudita. Le lacune della attuale gestione della patologia mentale sono dovute in parte alla carenza di cure e strutture residenziali terapeutiche che affrontino il problema, anche dei pazienti che necessitano di cure prolungate e non che ricevono qualche inutile pillola!

8.) Il cittadino si domanda!: A proposito, in tema di pazienti che necessitano di cure prolungate e costose, cos’è il “budget del ricoverato”, oggetto di una curiosità morbosa da parte dei mass media.
In breve, vorrei rispondere, secondo un terribile progetto tutto da verificare, la sanità avendo risorse modeste, si dice, pare che debba stabilire delle priorità, come quella della concentrazione della spesa sanitaria orientata verso giovani pazienti malati acuti, tralasciando quei pazienti, malati cronici, in quanto per ragioni di risparmio, finito quanto stanziato in bilancio per questi malati, verrebbero dimessi dalle strutture ospedaliere in qualsiasi condizione di salute si trovino, ancor più grave se trattasi di disabili, in tarda età od in fase terminale.
Se questo avviene, allora non ho nessuna remora nell’affermare che trattasi di eutanasia al di “fuori”, per il momento, di ogni provvedimento legislativo e dall’ordinamento giuridico italiano.
Il Parlamento, al quale ho inviato una urgentissima Petizione, (i cui connotati sopra forniti, deve rispondere e far conoscere la verità alla pubblica opinione.
Conclusioni.

Tutta la politica è in cerca della ribalta televisiva, nella certezza che sposare la causa“famiglia” porta consensi elettoralistici, mentre le necessità di quest’ultima e da un sistema socio-sanitario-legilsativo in atto, resta troppo lontano dalla realtà.
La mia umile iniziativa, fuori da ogni intendimento politico e solo spinto da un senso di solidarietà senza nessun compenso di natura finanziaria, intende dare risalto ad un aspetto umano e sociale di grande rilevanza, ma che spesso le Istituzioni ed il mondo della politica non vi prestano le dovute attenzioni.
La sanità non deve essere quella dove gli sprechi, il mal utilizzo delle apparecchiature e delle risorse umane non si contano. Qualcuno ha calcolato in almeno 20 miliardi di euro all’anno i possibili recuperi di mezzi se la sanità fosse meno schizofrenica e meno suddita di quanti hanno il solo scopo di vendere più prodotti farmaceutici, una specie di “prassi” con medicine che curano un male ed altre che devono curare gli effetti collaterali delle prime.
I sofferenti psichici, nonché le famiglie ne sanno qualche cosa!
Il Rapporto Meridiano presentato recentemente a Cernobbio da The European House-Ambrosetti, e non solo, ha reso pubblica la notizia che fra tutti i Paesi Europei l’Italia occupa l’ultimo posto nella classifica della spesa per la sanità.
Ma ritornando alla malattia mentale si deve riconoscere che questa è il calvario dei familiari che hanno un loro caro soggetto a disturbi nella sfera neuropsichica e non trovano né nell’ambito sanitario né nelle Istituzioni una chiara risposta moderna e funzionale.
La famiglia del malato, dobbiamo ricordare che sono circa 10 milioni di sofferenti (dalla depressione primo disordine funzionale della persona alla schizofrenia massimo della gravità), non trova il posto adeguato dove curare e non segregare il proprio familiare, né può tenere in casa sofferenti di questo grave ed urgente disagio scoiale.

E’ necessario, ed invito il Presidente del Consiglio dei Ministri e la politica, quell’incontro a più voci con le Associazioni, perché nessuno è depositario della verità, in un cammino comune di punti di equilibrio e spazi di dialogo che devono offrire riflessioni e non sollevare interrogativi allo scopo di trovare quelle strade maestre verso una autentica solidarietà, ma con l’obiettivo del bene comune.